2012-03-07

Secondo voi, Dio lo sa che radio vaticana uccide?


Si sono riuniti  a Cesano, periferia a Nord di Roma, si sono riuniti e raccolti in segno di protesta dietro allo striscione “Radio Vaticana uccide”. Erano del comitato “Bambini senza onde”.

Il libro “Bomba atomica , inchiesta su Radio Vaticana” spiega il motivo di tanta rabbia , con minuzia di dettagli e documenti. Ricostruisce il caso della stazione che l’emittente religiosa ha nella zona di Radio Galeria , appena fuori il Raccordo Anulare di Roma. Sono presenti 33 antenne che irradiano trasmissioni ad elevata potenza, e quindi sospettate di provocare leucemie e altre patologie tumorali.

Le accuse sono state sempre respinte dalle autorità ecclesiastiche, ma il libro sviscera materiali sorprendenti. In primis lo Studio Marconi , consegnato nel giugno 2010 da Andrea Micheli dell’Istituto Nazionale dei Tumori. Un ‘analisi in cui si teorizza l’associazione tra esposizione alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini.

Paure negli abitanti di questa zona. Certo bisogna dire che Radio Vaticana ha risposto alla Studio Marconi con una controperizia firmata da Umberto Veronesi ( l’uomo che si vende per spiccioli) e Susanna Lagorio (Istituto superiore di Sanità). Poco consola che, in questa analisi, si legga che lo Studio Marconi produce risultati paradossali , con dati insufficienti per reggere le conclusioni del Dottor Micheli.


Una ricerca presentata nel 1999 dell’Osservatorio epidemiologico della regione Lazio rilevava come i decessi per leucemia risultassero significativamente maggiori all’atteso, almeno nel raggio di 4 Km dalle antenne di Radio Vaticana. Un altro studio del 2001 eseguito dall’Agenzia di Sanità pubblica del Lazio che , il quale stabiliva che i bambini da zero a 14 anni allontanati dall’impianto di Radio Vaticana , avevano meno possibilità di avere una leucemia.

Purtroppo questi dati non giustificano in maniera inossidabile che gli impianti di Radio Vaticana siano dannosi. Ma è innegabile che un primo processo per getto pericoloso di cose ( la molestia di persone in aree pubbliche) , si sia concluso con la condanna di un dirigente della Radio , ribadita in Cassazione.