2012-02-27

CONTRO LA VIVISEZIONE


 Molti affermano "la vivisezione non esiste più". O non sanno di cosa parlano, o sono in malafede. "Vivisezione" non è solo il sezionare la rana viva, o gli atroci esperimenti del passato in cui i cani venivano legati con cinghie a una tavola e poi sezionati. Quello non esiste quasi più, è vero (tranne che per alcune sfortunate rane nei laboratori didattici). Oggi la vivisezione è ben altro. Molto peggio. E' chiamata "sperimentazione animale" o addirittura "ricerca medica", ma rimane, secondo la definIzione del dizionario, "vivisezione". E', per estensione "qualunque tipo di
sperimentazione effettuata su animali di laboratorio che induca alterazioni a livello anatomico o funzionale, come l'esposizione a radiazioni, l'inoculazione di sostanze chimiche, di gas, ecc." [Dizionario De Mauro, ed. Paravia]. E' questo che milioni di animali ogni anno, nel mondo, subiscono nei laboratori: avvelenamenti con sostanze chimiche, farmaci e cosmetici compresi, induzione di malattie artificiali di ogni genere (cancro, sclerosi multipla, varie imitazione dell'AIDS, malattie cardiovascolari, ecc.), esperimenti al cervello, esperimenti sul dolore, e molto altro. I signori vivisettori vogliono essere chiamati "ricercatori" o "scienziati". Altrimenti si offendono. Ma i loro camici bianchi non sono diversi da quelli dei macellai. E se ci sono meno macchie rosse è solo perché la sofferenza da loro inflitta agli animali di ogni specie non sempre richiede di versare sangue. Qui sono disponibili alcune foto che testimoniano la sofferenza degli animali, ma la sofferenza più atroce è quella che non si vede, è quella del cane con la sclerosi multipla, del topino bianco col cancro, della coniglia tenuta prigioniera in un gabbia minuscola e imbottita di sostanze chimiche fino a generare figli deformi. Le foto non sono recentissime, perché è sempre più difficile accedere ai laboratori: i vivisettori sono "orgogliosi" del proprio lavoro, ma solo se non si fa vedere in cosa consiste.

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